Quasi tutti sono a conoscenza del fenomeno del conformismo sociale e della tendenza a seguire la massa, ma quanti realmente riescono a discernere quanto questo influisca sullo spazio e il controllo che esercita nelle nostre vite? Quanti effettivamente comprendono fino a che punto forma le nostre esistenze attraverso ogni decisione presa?
Come un’ombra impercettibile, il conformismo sociale si insinua nelle nostre attività quotidiane. Si fa sentire ogni volta che interpretiamo una situazione, valutiamo un’azione altrui o prendiamo una decisione.
Il conformismo e il suo oscuro potere ha un’influenza spropositata su tutti noi. È l’effetto gregge che ci coinvolge sistematicamente, un meccanismo di cui spesso e volentieri diventiamo protagonisti.
Dobbiamo ammetterlo: noi esseri umani siamo dei conformisti naturali! Ci copiamo nel vestire, nei modi di parlare, negli atteggiamenti e nel modo di pensare, spesso facendolo in modo automatico. Il conformismo nel modo di pensare lo applichiamo senza pensarci (scusate il gioco di parole!).
Ma esattamente fino a che punto il conformismo in cui ci facciamo coinvolgere “manipola le nostre menti”? Possibile che siamo disposti a negare l’evidenza pur di essere conformi alle altre persone, al gruppo?
Conformismo significato, definizione e impatto
Il giornalista Walter Lippmann definito il padre dei sondaggi, una volta affermò: “Se tutti pensano allo stesso modo, allora in realtà nessuno sta pensando.” Questa riflessione ci introduce al concetto di conformità sociale.
Ma quindi che cos’è l’influenza della conformità sociale?
Si tratta di un fenomeno psicosociale in cui le persone modificano le proprie opinioni o comportamenti per allinearsi alle norme di un gruppo. Questa modifica può derivare da una pressione percepita, sia essa effettiva o solo immaginaria, esercitata dal gruppo.
Similmente alle credenze e convinzioni limitanti, ciascuno di noi interpreta il mondo attraverso il filtro delle proprie convinzioni. Modificando queste credenze, non solo cambia il nostro modo di vedere il mondo, ma anche il mondo stesso sembra trasformarsi.
Man mano che più individui adeguano le proprie credenze e comportamenti per allinearsi a una visione collettiva della realtà, questa visione inizia a plasmare e definire l’ambiente in cui viviamo, influenzando così la società e il mondo intero.
Conformismo sociale
Date un’occhiata alla figura qui sotto. Confrontate la linea di sinistra con le tre linee di destra: A, B e C. Quale di queste tre linee ha la stessa lunghezza della figura 1?
È ovviamente A. Eppure in un classico esperimento di psicologia condotto nel 1950, il 76% delle persone aveva negato i propri sensi, almeno una volta, scegliendo B o C. A quale tipo di pressione psicologica le persone erano state sottoposte per arrivare al punto di negare l’evidenza?
La cosa affascinante di questo esperimento è che il suo creatore, il famoso psicologo Solomon Asch, si propose di dimostrare come il conformismo stravolge il concetto di verità!
Un precedente esperimento di Muzafer Sherif (nel suo famoso esperimento di Robbers Cave ) aveva scoperto che quando le persone si trovavano a formulare un giudizio su un test ambiguo, usavano i giudizi di altre persone come punto di riferimento.
Questo potrebbe avere un senso logico: se non sono sicuro di qualcosa, io controllo con qualcun altro. Ciò può capitare quando non ne sono sicuro.
Quando invece mi trovo di fronte a informazioni inequivocabili? Quando la risposta è chiara, senza ombra di dubbio? In teoria le risposte delle altre persone non dovrebbero avere alcun effetto su di me o almeno questo è quello che pensava Asch.
L’esperimento sul conformismo sociale di Asch
Per provare la sua teoria, Solomon Asch portò degli studenti universitari di sesso maschile, uno alla volta, in una stanza con altre otto persone spacciate come altri partecipanti ma complici dello psicologo ( Asch, 1951).
Lo psicologo presentò loro delle schede con tre linee di diversa lunghezza in ordine decrescente; su un’altra scheda aveva disegnato un’altra linea, di lunghezza uguale alla prima linea della prima scheda (come la figura sopra).
Chiedeva a quel punto ai soggetti, iniziando dai complici, quale fosse la linea corrispondente nelle due schede. Dopo un paio di ripetizioni “normali”, alla terza serie di domande i complici iniziavano a rispondere in maniera concorde e palesemente errata;
il vero soggetto su cui s’incentrava l’esperimento, che doveva rispondere per ultimo o penultimo, in molti casi iniziava regolarmente a rispondere anche lui in maniera scorretta, conformemente alla risposta sbagliata data dalla maggioranza di persone che aveva risposto prima di lui.
Pur sapendo soggettivamente quale fosse la “vera” risposta giusta, il soggetto sperimentale decideva, consapevolmente e pur sulla base di un dato oggettivo, di assumere la posizione esplicita della maggioranza (solo una piccola percentuale si sottraeva alla pressione del gruppo, dichiarando ciò che vedeva realmente e non ciò che sentiva di “dover” dire).
E fu così che il conformismo diede risultati sorprendenti
I risultati furono affascinanti, per nulla corrispondenti a ciò che Asch si aspettava:
- 50% delle persone ha dato la stessa risposta sbagliata degli altri, in più di metà delle sperimentazioni.
- Solo il 25% dei partecipanti ha rifiutato di lasciarsi influenzare dai falsi giudizi della maggioranza in tutti i 12 studi.
- Il 5% delle persone si è sempre conformato al parere errato della maggioranza (voi conoscete qualcuno che si comporta così?).
- Sommando tutte le prove il tasso medio di conformità (così è chiamato il conformismo in psicologia), è stato del 33%.
Incuriosito dal perché i partecipanti si adeguarono alle false affermazioni della maggioranza, Asch l’intervistò dopo l’esperimento.
Ecco le risposte che diedero, ma che darebbero anche molti di noi, per giustificare un tale comportamento:
- Tutti provarono ansia, ebbero senso di timore per la disapprovazione da parte degli altri e si convinsero di rispondere sbagliato.
- La maggior parte di loro spiegò di aver visto le linee in modo diverso dal gruppo, ma poi pensò di essere nel torto rispetto al gruppo.
- Alcuni dissero che avevano assecondato il gruppo per evitare di rimanerne fuori, nonostante sapessero che il gruppo stesse sbagliando.
- Un piccolo numero di persone addirittura sostenne che durante la prova vedeva davvero le linee nello stesso modo in cui le vedevano gli altri!
Altre scoperte sul essere conformisti
I risultati di questo studio sono ancora così sorprendenti che hanno ispirato molti psicologi ad indagare ulteriormente. Ecco alcune delle loro scoperte:
- Asch scoprì inoltre che se il partecipante dava la risposta segnandola su un foglio anziché a voce, la conformità veniva ridotta al 12,5%.
- Deutsch e Gerard (1955) trovarono che i tassi di conformità erano del 23% anche in condizioni di elevato anonimato ed elevata certezza sulla risposta.
- Coloro che sono “prede” del conformismo, tipicamente presentano i più comuni sintomi dell’ansia , un bisogno elevato di approvazione da personalità spesso autoritarie.
Non voglio addentrarmi oggi sui lati positivi o negativi del conformismo…ci mancherebbe! Probabilmente non entrerò mai nel labirinto di questi ragionamenti, qualcuno potrebbe dirmi che l’anti-conformismo e il conformismo sono due facce della stessa medaglia così mi stoppo subito e non ci pensiamo più!
Conformismo esempi illuminanti
Il conformismo permea sottilmente la tela della nostra esistenza sociale, modellando comportamenti e decisioni in modi che spesso trascuriamo.
Consideriamo, ad esempio, il fenomeno delle mode e delle tendenze. La scelta di indossare un certo tipo di abbigliamento o di possedere l’ultimo smartphone non nasce sempre da un’autentica preferenza personale, ma è frequentemente influenzata dal desiderio di essere accettati all’interno di un gruppo. Questo desiderio si traduce in una pressione quasi invisibile che ci spinge verso scelte conformi a quelle della maggioranza, evidenziando come il bisogno di appartenenza possa sovrastare l’espressione individuale.
Nel delicato periodo dell’adolescenza, il conformismo assume connotazioni ancora più marcate. Gli adolescenti, nella loro ricerca di identità, possono adottare comportamenti rischiosi o alieni ai loro veri interessi, spinti dalla paura di essere marginalizzati. L’adesione a pratiche quali il binge drinking o il cyberbullismo non è rara, riflettendo la potente influenza della pressione coetanea che può portare a compromettere la propria integrità per non sentirsi isolati.
In ambito lavorativo, il conformismo si manifesta nella tendenza a uniformarsi alle opinioni dominanti, anche quando queste non rispecchiano le proprie convinzioni. La riluttanza a esprimere un dissenso, per paura di conseguenze negative sulla propria carriera, illustra come il conformismo possa inibire l’innovazione e favorire la prevalenza di un pensiero omogeneo che limita la diversità di prospettive.
Questi esempi mettono in luce la doppia natura del conformismo: da un lato, una forza coesiva che facilita l’armonia sociale e l’integrazione, dall’altro, un potenziale ostacolo alla realizzazione personale e all’espressione autentica dell’individualità.
La sfida sta nel riconoscere quando il desiderio di conformarsi compromette il nostro benessere e i nostri valori, invitandoci a una costante riflessione sulle motivazioni che guidano le nostre scelte quotidiane.
Il conformismo de L’attimo fuggente
Guardate il bel passaggio sul conformismo e la camminata dal film de L’attimo fuggente, scena divertente e significativa per raccontare con semplicità come sentirsi unici e cercare di non farsi incasellare:
Date anche un’occhiata al video dell’esperimento di Ash qui sotto, auguro a voi e a me la ricerca continua dell’indipendenza di pensiero e di sorridere con queste citazioni:
Quando tutti pensano nella stessa maniera, allora nessuno pensa veramente. (Walter Lippmann)
Non le lotte o le discussioni devono impaurire, ma la concordia ignava e l’unanimità dei consensi. (Luigi Einaudi)
È difficile riconoscere chi segue la corrente spontaneamente. (Stanislaw Lec)
Quando ti rendi conto che sei dalla parte della maggioranza, sappi che è ora di cambiare. (Mark Twain)
Tutte le volte che altri sono d’accordo con me ho sempre la sensazione di avere torto. (Oscar Wilde)
Niente produce un effetto simile a quello di un buon luogo comune: ci rende tutti uguali. (Oscar Wilde)
Molta gente misura il valore delle cose solo attraverso il successo che esse riscuotono.
Chi considera gli uomini come un gregge e fugge da loro il più velocemente possibile, ne sarà certamente raggiunto e preso a cornate. (Friedrich Nietzsche)
Si rovina un ragazzino nel modo più sicuro, se gli si insegna a considerare il “pensare allo stesso modo” più alto del “pensare in un altro modo”. (Friedrich Nietzsche)
Chi vuol essere un Uomo deve essere un nonconformista. (Ralph Waldo Emerson)
Il fatto che un’opinione sia ampiamente condivisa, non è affatto una prova che non sia completamente assurda. (Bertrand Russell)
Guarda l’esperimento di Asch su Youtube:
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